30 aprile 2014

Rosario Marcianò, scie chimiche e le minacce di morte: tutto finisce in procura


Le scie chimiche sono da sempre terreno di scontro su internet tra sostenitori della tesi dell'avvelenamento globale, e chi cerca di fare chiarezza portano evidenze scientifiche che fermino una paura che, allo stato delle cose, appare immotivata. I toni si sono alzati talmente tanto che non sorprende che tutto sia finito a carte bollate. A dichiarare di essere stato oggetto di minacce di morte è Rosario Marcianò, 53 anni, di Sanremo, presidente del Comitato Tanker Enemy, e tra i sostenitori della teoria complottistica delle scie chimiche. Marcianò, ha presentato una denuncia contro ignoti alla procura della Repubblica di Imperia, consegnando uno screenshot in cui, secondo lui, si farebbe riferimento a Franco Caddeo, un ricercatore sardo scomparso in mare nel 2009, mentre era sul suo canotto. Un riferimento che lo ha messo in allarme. Ma la storia parte da lontano, tra accuse, sequestri e complotti
.Per Marcianò secondo quanto riportato da Lastampa.it il contenuto del messaggio mandatogli per mail, e firmato da «anonymous», rappresenta una velata minaccia di morte. La missiva recherebbe scritto «Occhio che non sempre i proiettili viaggiano per mail», con un riferimento ancora più esplicito al "ricercatore isolano" Caddeo, che nella lettera minatoria viene preso come termine di paragone. Secondo le ricostruzioni del giornale del direttore Calabresi, Marcianò e il fratello si descrivono come "vittime di una campagna denigratoria nei loro confronti, ispirata alla contrapposizione che divide i sostenitori della teoria delle scie chimiche dai denigratori" Una teoria, conosciuta anche come «chemtrails conspiracy theory», che sostiene come alcune scie di condensazione visibili nell'atmosfera terrestre siano composte da agenti biologici o chimici, spruzzati in volo attraverso ipotetiche apparecchiature montate sugli aerei. E' di questi giorni la polemiche sul portale IlMeteo.it visitato ogni giorno da milioni di utenti unici, che aveva ripreso una notizia sul consigliere politico di Obama, distorcendo il concetto sulla effettiva esistenza da parte del governo Usa di una politica di controllo sul clima. Sono seguite aspre polemiche con il sito costretto a una doverosa macia indietro. La contrapposizione tra Marcianò e i suoi detrattori per lo stesso tema ha assunto toni particolarmente virulenti sul web e su Facebook che lo stesso Marcianò è stato denunciato per diffamazione e ha subito alcune perquisizioni e il sequestro dei pc. .A Novembre 2013 l'intervento della polizia postale Già a novembre dell scorso anno gli agenti della polizia postale, su disposizione del pm imperiese Paola Marrali, avevano perquisito l’abitazione dei fratelli Rosario e Antonio Marcianò, di Sanremo, accusati di diffamazione da esponenti della comunità scientifica locale per i commenti, considerati offensivi, rilasciati sul loro blog «tankerenemy», dove si parla quasi esclusivamente di scie chimiche, o, come preferiscono loro, di «geoingegneria clandestina». Sostenevano la tesi, condivisa da milioni di persone in tutto il mondo pur senza basi scientifiche, che le cosiddette scie chimiche altro non sarebbero che il frutto di un complotto internazionale per avvelenare il pianeta. Gli agenti della postale, nel corso dell’intervento, avrebbero perquisito anche l’armadietto che uno dei due fratelli possiede nella scuola dove lavora sequestrato materiale informatico: video, memorie difensive, programmi.  

Rosario Marcianò, difeso dall'avvocato Eugenio Aluffi, era già stato rinviato a giudizio con la stessa accusa per un altro episodio con udienza che si era tenuta nel tribunale di Imperia il 20 marzo. Entrambi i fratelli si difesero sostenendo di essere vittime di tentativi di censura e denigrazione e chiedendo il sostegno di chi condivideva le loro idee.

Il processo per diffamazione

Il precedente processo riguardava un articolo pubblicato su Internet attraverso il blog «Tanker Enemy» - intitolato«Polvere di stel-il Negromante della selva» - dove scaturirono una serie di interventi a tinte forti. Rosario Marcianò in quel caso dovette rispondere di diffamazione nei confronti di una coppia imperiese tutelata dai legali Alessandro Gallese e Alberto Pezzini. I fatti risalgono al gennaio 2010. «Signor nessuno..gestore di un blog discarica....emula del consorte nell’insultare chiunque le arrivi a tiro....», alcune delle frasi per cui Marcianò è finito sotto processo. Questi e altri esempi sono utili per capire come la teoria del complotto che non ha mai trovato alcun credito nell’ambito della comunità scientifica sia riuscita ad andare oltre il civile confronto, per diventare una lotta globale su un mondo immaginato in pericolo per sostanze chimiche irrorate sui nostri cieli, che sarebbero invece banali scie di condensazione. A quanto pare non per tutti.

Fonte:http://www.ufoonline.it/

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