30 maggio 2013

La curiosa storia di Atta Boy, il “cugino” di Ata

Un piccolo corpo umanoide mummificato, alto circa 12 centimetri, di origine ignota, proveniente dal Sud America. Non stiamo parlando però di Ata, la creatura scoperta nel Deserto di Atacama nel 2003 e tornata alla ribalta grazie al documentario “Sirius”. Questo è infatti l’identikit di un altro misterioso esserino dall’aspetto e dalle caratteristiche molto simili. Anche il nome è somigliante: Atta Boy.

LA PICCOLA MUMMIA UMANOIDE CHIAMATA ATTA BOY
La storia di questo “cugino” semisconosciuto è legata a quella di un personaggio singolare: il californiano Robert Ripley (1890-1949), disegnatore, antropologo dilettante ed appassionato collezionista di curiosità e stranezze da ogni parte del mondo. Ripley divenne molto famoso (e molto ricco) negli Stati Uniti tra gli anni ’20 e ’40 del secolo scorso, grazie alle sue tavole dal titolo “Che ci crediate o no!”, pubblicate dal New York Globe, incentrate proprio sulle bizzarrie raccolte nei suoi innumerevoli viaggi. Dopo arrivarono le trasmissioni radiofoniche, gli show, i libri e le mostre chiamate “Ripley’s Odditorium”.

La prima venne organizzata in concomitanza con la Fiera Mondiale di Chicago, nel1933. Proprio in quella occasione, tra souvenir strambi, oggetti esotici, folli invenzioni e cimeli incredibili, il collezionista espose anche un corpicino rinsecchito dall’aspetto umano. Ne esistono poche, rare foto in bianco e nero contenute nella biografia “Un uomo curioso: la strana e brillante vita di Robert Che ci crediate o no! Ripley”, scritta da Neal Thompson. In esse si vede il milionario in posa con la strana creatura tra le mani.

“Ripley era affascinato dalla miniaturizzazione della forma umana, effetto della pratica rituale diffusa in alcune culture per ridurre la dimensione delle teste mozzate ai nemici”, ha raccontato l’autore all’Huffington Post. Il ricco imprenditore credeva che Atta Boy fosse proprio il risultato di una di queste manipolazioni, realizzate però sul corpo intero di un ragazzino, dai Jivaro- popolazioni indie dell’Alta Amazzonia.

“Per quello che ne so io- dice Thompson- Ripley non ha lasciato appunti su come è entrato in possesso del reperto nè sulla sua storia precedente. C’è un po’ di mistero. Però so che era convinto che fosse un essere umano mummificato, non un alieno.”

ROBERT RIPLEY IN POSA, NEL 1933, CON ATTA BOY
Ovviamente, qualsiasi cosa fosse, difficilmente poteva trattarsi davvero di un corpo rimpicciolito. La tecnica usata dalle tribù amazzoniche sulle teste tagliate prevede infatti l’eliminazione della scatola cranica: la pelle del volto, svuotata della parte ossea, viene poi bollita a lungo con cortecce ricche di tannino che la “conciano” come se fosse cuoio, riducendola di dimensione. 

“Per fare altrettanto su un intero corpo, si dovrebbero togliere tutte le ossa“, spiega Edward Meyer, vicepresidente della Ripley’s Entertainment Inc., la società che gestisce l’impero creato dal collezionista californiano. “A me, sembra molto più simile ad un feto mummificato, che ad un ragazzino miniaturizzato”, dice.

Un feto mummificato: la stessa identica spiegazione avanzata da alcuni medici perAta, il mini umanoide del Cile. Almeno fino a qualche settimana fa, quando le ultime analisi hanno stabilito invece che la piccola creatura non era un prematuro morto prima della nascita, ma un bambino vissuto fino a 6-8 anni. Ecco l’ennesima analogia tra Ata e Atta Boy. Solo coincidenze? “Io non le chiamerei così. Credo che sia la medesima storia che si ripete a distanza di 70 o 80 anni”, ammette Meyer.

Può esserci dunque una relazione tra i due corpi mummificati? L’area di provenienza è vicina, proprio come l’epoca di appartenenza, visto che la morte di Ata risalirebbe a circa un secolo fa mentre Atta Boy compare sulla scena nel 1933. L’uno potrebbe servire a chiarire l’origine dell’altro, il confronto dei due DNA potrebbe dare risposte importanti.

Ma in questo puzzle manca un tassello fondamentale: la mini mummia esposta alla Fiera Mondiale di Chicago è scomparsa. Nessuno sa dove sia finita, se sia andata persa o sia ora custodita nella casa di un altro collezionista. Tra le decine di migliaia di cimeli raccolti in vita da Robert Ripley e tuttora visibili nei 32 Odditorium sparsi per il mondo, comunque, Atta Boy non c’è.

ATTA BOY E ATA MESSI A CONFRONTO
Un mistero nel mistero, che stuzzica anche l’amministratore dell’immensa eredità del magnate americano. Edward Meyer, dalle pagine dell’Huffington Post, rivolge così un appello: “Se qualcuno sa dove sia l’originale Atta Boy, mi scriva. Penso che la sua storia sia ancora meglio di quella del moderno Ata, se mai riusciremo a trovarlo o a scoprire che fine ha fatto“. C’è anche una ricompensa per chi darà informazioni utili:un ingresso gratis, a vita, in tutti i musei che espongono le bizzarrie e le stranezze raccolte da Robert ”Che ci crediate o no!” Ripley.

SABRINA PIERAGOSTINI

Ex militare del ‘Project Bluebook’ vide degli extraterrestri?

Un militare statunitense in pensione ha riportato dettagliatamente un suo incontro con gli extraterrestri, il quale ebbe luogo negli anni 50 del secolo scorso, ma è rimasto segreto fino a questo momento.
Richard French, tenente colonnello dell’USAF (United States Air Force), era uno dei principali investigatori del ‘Project Bluebook‘, e aveva l’incarico di smentire false informazioni sugli UFO.
Non avrebbe mai immaginato di vedere degli extraterrestri, intenti a terminare delle riparazioni sulla loro nave.
I suoi superiori, che lo informarono di avvistamenti di due UFO nella città canadese di St. John’s di Terranova, gli ordinarono di investigare sul caso.
Quando arrivò sul posto, French vide molte persone, inclusi alcuni poliziotti locali, che guardavano con stupore in acqua.
L’acqua era molto chiara. A circa 20 metri dalla costa c’erano due navi circolari, ognuna di circa 5,5 metri di diametro e quasi un metro di spessore, fluttuanti sotto la superficie dell’acqua; Richard ricorda di aver visto anche due esseri accanto alle navi.
La prima cosa che vidi furono gli UFO, e per me era evidente che stavano facendo qualcosa con la nave“, ha riferito l’ex militare al quotidiano ‘Huffington Post’.
Gli esseri “erano di circa 2 o 3 piedi d’altezza (da 0,6 a 0,9 metri), di colore grigio chiaro, molto sottili, braccia lunghe, con due o tre dita“, indicò French.
La parte superiore della testa era molto più ampia rispetto alla linea della mandibola, gli occhi erano molto inclinati e non si potevano vedere pupille in essi“, continuò.
Dopo una delle due navi risalì sulla superficie e se ne andò. Venti minuti più tardi ritornò sul posto per poi scomparire un’altra volta, assieme all’altro UFO.
In conformità con ‘NoticiaAIDia‘, a quell’epoca l’ex militare rifiutava le storie di UFO, per questo presentò una informativa fittizia, nella quale considerava queste navi come qualcosa di sconosciuto, “una sorta di veicolo straniero o irriconoscibile“.
Oh, penso che si sia trattato di un UFO e credo che avesse extraterrestri a bordo“, confessa ora French.
Non c’è alcun dubbio nella mia mente che erano esattamente quello che erano, e il mio dovere fu quello di screditare la storia, così ho fatto del mio meglio per farlo“.

(Nota a margine di Antonio De Comite: storia affascinante, ma – come sempre accade in questi casi – senza prove tangibili. Poi mi domando, come ha fatto Richard French ha illustrare, in modo minuzioso, i dettagli sui presunti extraterrestri ad una distanza di circa 20 metri dalla sua posizione? Con un binocolo? Può darsi. Peccato che nel suo racconto non fa menzione di ciò.)
Traduzione a cura di Antonio De Comite

24 maggio 2013

Appuntamento in Sicilia a Modica, con "UN GIORNO CON GLI UFO"

Domenica 1 giugno, il presidente
Salvatore Giusa insieme a Roberto La Paglia, saranno presenti al centro commerciale di Modica,
"La Fortezza", con uno stand espositivo, con proiezioni di immagini, foto e documenti.


NON MANCATE!!!

21 maggio 2013

“L’ONU organizzi una conferenza mondiale sugli Alieni”

“La Casa Bianca ha contribuito a tenere celata alla pubblica opinione la verità su una presenza extraterrestre che sta studiando il nostro pianeta”. Lo ha affermato in un’ intervista alla tv americana ABC l’ex senatore Mike Gravel, uno dei sei rappresentanti del Congresso ad aver preso parte al “Citizen Hearing on disclosure“, l’audizione che si è svolta nei giorni scorsi a Washington.

UN MOMENTO DELL'AUDIZIONE CHE SI E' SVOLTA A WASHINGTON
Quaranta relatori di dieci diverse Nazioni del mondo- per l’Italia, c’era il sociologo Roberto Pinotti- dal 29 aprile al 3 maggio hanno portato la loro testimonianza in merito alla questione aliena: tra loro, politici in pensione, scrittori, ricercatori, ex militari, esponenti governativi. Molti i nomi illustri: dall’astronauta di Apollo 14 Edgar Mitchell al fisico Stanton Friedman, dall’ufologo britannico Nick Pope all’ex ministro degli esteri canadese Paul Hellyer. La “cinque-giorni”, promossa da Stephen Bassett, ha così portato sotto i riflettori internazionali decine di casi ufologici, documenti ed inchieste.

Si è così riparlato della nota vicenda di Rendlesham Forest- l’Ufo avvistato per varie notti di fila nelle basi gemelle della RAF Bentwaters e Woodbridge, nel Regno Unito- con i racconti di alcuni dei protagonisti, all’epoca (era il dicembre del 1980) in servizio. John Burroughs and James Penniston hanno denunciato l’impossibilità, ad oggi, di ottenere le cartelle cliniche compilate più di trent’anni fa, all’indomani delfenomeno mai chiarito di cui furono i primi testimoni e sempre negato dai vertici delle Forze Armate.


Gli avvistamenti, avvenuti in un luogo così sensibile e durante gli anni della Guerra Fredda, furono oggetto di indagini, dopo i rapporti presentati dai militari coinvolti, incluso il colonnello Charles Halt. Eppure, tra le migliaia di pagine conservate per decenni negli archivi del Ministero della Difesa britannico e declassificate a partire dal 2008, non c’è una sola riga su Rendlesham Forest. Tutti i file sono scomparsi. Ufficialmente, smarriti. Non si sa quanto involontariamente.


Nuove rivelazioni sul famigerato crash di Roswell sono invece arrivate dalla testimonianza video di un sedicente agente della Cia che ormai molto anziano e malato ha deciso di raccontare quello che ha visto nei lontani anni ’50, pur senza rivelare il proprio nome. L’Anonimo, intervistato da Richard Dolan, ha rivelato di aver collaborato al “Project Blue Book”- lo studio condotto dall’aeronautica militare statunitense sugli Ufo, la cui relazione finale definì “scientificamente non rilevante”tutti i casi analizzati. “Una mezza truffa”, lo ha definito Mister X, ammettendo che molti degli avvistamenti erano stati bellamente inventati.
Ma a fare più scalpore sono i suoi ricordi sull’Area 51. Il sedicente agente della Cia avrebbe visitato la base segreta del Nevada insieme al suo superiore, con lo scopo di raccogliere dati ed informazioni da riportare al presidente Eisenhower. E lì, avrebbe visto varie astronavi aliene, compresa quella che si era schiantata nel 1947 a Roswell. Ma non solo: in una altra zona della base, la cosiddetta S4, avrebbe potuto osservare di persona delle entità biologiche extraterrestri.


IL SUPERTESTIMONE, IL SEDICENTE AGENTE DELLA CIA
Quelle “EBE” sulle quali si è soffermata la scrittrice e sceneggiatrice Linda Molton Howe. “C’è qualcosa di sbagliato, nel ventre di questa Nazione- ha detto nel suo intervento- ed è legato alla negazione da parte del nostro Governo dell’esistenza di entità biologiche extraterrestri, per chiamarle come fanno loro, perchè queste parole compaiono nei documenti. Esistono da secoli e c’è una relazione stretta tra quello che noi siamo e quello che loro hanno fatto. Personalmente, ritengo che non abbiano atteggiamenti ostili, non vogliono ucciderci, ma stanno svolgendo un programma di ricerca su quello che avviene sul nostro pianeta, in superficie e al di sotto.”

A convincere l’ex senatore Gravel della serietà e della fondatezza della questione aliena sono state soprattutto le deposizioni di alcuni veterani dell’USAF, come il capitano Robert Salas, in merito all’attività Ufo attorno a siti nucleari americani durante gli anni più bui del confronto Usa-Urss. Mentre i due nemici si fronteggiavano a suon di minacce, potenziando il proprio arsenale, un terzo contendente sarebbe più volte intervenuto per disattivare le testate atomiche. L’ultima volta, nel 2010, quando per un’ ora gli Stati Uniti hanno perso il controllo di 50 missili intercontinentalicustoditi nella base del Wyoming.


Per Mike Gravel, sarebbe questa la “pistola fumante” - la prova definitiva, insomma- che qualcuno ci sta monitorando e lo fa con grande attenzione, perchè siamo molto bellicosi. Ma anche l’ex deputato Carolyn Kilpatrick- anche lei invitata all’audizione- è rimasta impressionata dalla mole di testimonianze e documenti presentati dai relatori di Washington. “Il nostro Paese ha banalizzato la questione extraterrestre, l’ha trasformata in un gioco, rappresentando gli E.T. come omini verdi con le antenne. Adesso io credo che sia molto di più. E non è uno scherzo.”


Alla fine dei lavori, è stata diffusa una dichiarazione firmata dagli ex parlamentari a sostegno dell’iniziativa della Citizen Hearing Foundation, volta a raccogliere i fondi necessari per promuovere una campagna di informazione internazionale e trovare un paese disponibile a presentare una risoluzione all’Assemblea Generale delle Nazioni Uniti. Obiettivo: organizzare, sotto il patrocinio dell’ONU, una conferenza mondiale sugli Ufo. Ecco il passo centrale del documento:


L'ULTIMA VOLTA CHE L'ONU SI È OCCUPATA DI UFO: ERA IL 1978
“Considerato che, in virtù delle nuove conoscenze scientifiche sui pianeti potenzialmente abitabili, sarebbe un atto di arroganza asserire che gli uomini siano gli unici esseri senzienti della galassia; considerato che un numero crescente ditestimoni credibili hanno portato prove schiaccianti sulla presenza di mezzi volanti non identificati e non spiegati che secondo molti rispecchiano un’intelligenza extraterrestre; considerato che, viste le enormi implicazioni su scala globale, nel caso in cui questi mezzi volanti fossero davvero di origine extraterrestre, un simile argomento sarebbe di pertinenza dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite; allora, sottoscriviamo la richiesta della Citizen Hearing Foundation.”

SABRINA PIERAGOSTINI


Fonte

Disco volante avvistato a San Cataldo? (Sicilia)


Disco volante visto a San Cataldo CL. e blocca l'auto dei testimoni!

Avvistamento avvenuto Domenica 19 Maggio 2013 ore 23:30.

Una notizie che viene nel cuore della Sicilia. Quattro testimoni vedono uno strano velivolo a forma di disco nei pressi di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. Mentre si tenda a filmare l'ufo,si spegne l'auto dei testimoni!!Eccovi il racconto di una dei testimoni,che ha cercato di filmare l'ufo.

"Ieri sera sono stata nella mia campagna che si trova vicino San Cataldo...appena stavo tornando ero in auto, erano circa le 23:30 ho notato qualcosa di strano nel cielo,c'era uno strano velivolo a forma di disco, poi si è fermato rimaneva sospeso, era contornato da luci bianche ed alcune sull'arancione...! Non era un elicottero o un aereo, il movimento era rettilineo! Io e mia madre abbiamo visto la forma metallica che aveva perché non era eccessivamente alto. La cosa strana, o coincidenza, non so come definirla, si è fermata l'auto e non ripartiva più, proprio quando stavo per fare un ripresa video con il mio cellulare, così sono scesa dall'auto per filmare ma il tempo che sono scesa, ho preso il telefonino ed è sparito e non siamo più riuscite a vedere nulla. Abbiamo rifatto il giro con l'auto ma era sparito!!! Purtroppo non sono riuscita a riprendere nulla  L'ufo proveniva da est non siamo riusciti a calcolare il diametro,ma posso affermare che era grande. L'ufo si dirigeva, credo verso Serradifalco CL, Da premettere che eravamo in 4 io e mia sorella nell'auto che si è spenta e i miei in un altra auto e l'abbiamo visto tutti!!"

Di Salvatore Giusa

14 maggio 2013

Il Dalai Lama afferma: “I Visitatori da altre Galassie sono come noi”

Il Dalai Lama afferma: “I Visitatori da altre Galassie sono come noi” 

Una nuova voce autorevole si unisce al coro di guide spirituali e capi religiosi che pubblicamente hanno parlato della vita nel cosmo e dell’esistenza di altre forme di vita simili alla nostra. Questa volta è stato Sua Santità il Dalai Lama che ha affrontato l’argomento durante un meeting tenutosi lo scorso 9 maggio all’Università di Portland (Oregon, USA) intitolato ‘Universal Responsibility and the Inner Environment‘.
di Enrico Baccarini

Tra i primi che ne ha dato notizia troviamo il giornalista Stephen Cook con un pezzo intitolato “Dalai Lama Discloses: Visitors from Other Galaxies are the Same as Us“.

Durante il suo public speaking il Dalai Lama è entrato nell’argomento ricordando come “siamo tutti Uno”, tutti gli uomini e ogni essere vivente possiedono dentro di sè una scintilla divina ma sia la ‘paura’ di sentirsi diversi dagli altri ad ingenerare in noi la distanza interiore ed umana all’origine del disagio e dei problemi che incombono sul nostro pianeta.

Ampliando questo concetto il Dalai Lama ha proposto all’auditorio un semplice esempio. Come percepiremmo esseri provenienti da altri mondi se li trovassimo davanti a noi? La diversità provocherebbe in noi paura! La ‘diversa’ natura di questi esseri rispetto alla nostra, genererebbe distanza tra le due realtà trasformandosi ben presto in terrore e ingenerando sentimenti negativi.

Il Dalai Lama ha però precisato che dovremmo accogliere e considerare i ‘Visitatori Galattici’ come “uguali a noi … stringendogli la mano, nel caso le possedessero“. Parole semplici ma che affondano nel cuore della questione su molti livelli. Nascendo da una costola dell’induismo, circa nel VI secolo a.C., il buddismo possiede fin dai suoi albori la ‘consapevolezza’ che il cosmo non è stata la casa solo del genere umano ma che innumerevoli altre forme di vita popolano la sua vastità fin dalle origini del tempo. Un passo emplematico e suggestivo a tale riguardo può essere trovato in uno dei testi più antichi del buddismo,
l’Acchariyābbhūtadhamma Sutta, in cui vengono riportate le parole dirette di Siddharta Gautama. Parlando del luogo in cui risiedono e vivono gli ‘Dei’ il Budda affermò che queste si trovano nelle “… nere, cupe regioni immerse nell’oscurità, tra i sistemi dei mondi, dove non può arrivare la potente e maestosa luce del nostro Sole e della Luna“. Passi criptici e sibillini ma che risentono fortemente delle influenze induiste che fin dalle epoche più remote parlarono dei Loka, i pianeti fisici in cui risiedono i Deva, gli dei. Un altro riferimento attribuito al Budda sulla ‘pluralità di mondi abitati‘ è possibile trovarlo nel testo Tipitaka, “The Buddha’s Teachings in Three Divisions” (Vol. 11, p. 61 and Vol. 23, sutanta pidok 25, Thai edition) in cui si parla nel dettaglio di tre pianeti extrasolari denominati Amornrakoyan, Buppaviteha e Auttrarakuru. Lasciamo al lettore le sue conclusioni, personalmente ci siamo formate le nostre. [E' possibile ascoltare il punto specifico oggetto di questo articolo in cui il Dalai Lama parla di "visitatori da altre galassie" tra il minuto 36 e il 37 della registrazione sottostante.] Non è la prima volta però che il più alto rappresentante del buddismo parla di vita nel cosmo e di esseri intelligenti su altri pianeti. Già agli inizi del 2000 John Mack, docente di psichiatria ad Harward e studioso del fenomeno abduction aveva avuto modo di interloquire con il sommo rappresentante del buddismo e convenire sulla reale esistenza di esseri viventi su altri pianeti nonché esporre i propri studi sul fenomeno dei rapimenti alieni. Tale colloquio era stato inizialmente documentato e filmato per essere inserito nel documentario Dalai Lama Renaissance, Wakan Films e Khashyar Darvich (2007), ma in post-produzione gli autori avevano deciso di non includere tale sequenza. Una intervista successiva rilasciata da John Mack lasciava però nella storia una traccia di questo eccezionale incontro Una nuova pagina viene scritta negli annali della nostra storia, parole che devono farci riflettere e meditare profondamente! Lontano da faziosità e fanatismi esiste una sola verità, raggiungibile attraverso diverse strade ma che sembrano portare tutte alla medesima meta. Quanto espresso dal Dalai Lama pone nuova luce ad un concetto fondamentale, la presenza di altre forme di vita nel cosmo ma allo stesso tempo ci indica una strada da seguire, un percorso che ritrovi nella purezza del cuore e delle emozioni una via di incontro ed una lezione di umiltà per saper accogliere ciò che apparentemente sembra diverso considerandolo come uguale a noi! Finché però non riusciremo a comprendere ed applicare questo concetto sul nostro pianeta, sarà difficile potersi rapportare equanimemente con esseri provenienti dalle stelle.
© Enrico Baccarini

Incontro a Giarre: UFO e altri misteri


9 maggio 2013

NASA, misterioso oggetto a forma di disco fotografato sopra la Terra

Un oggetto non identificato è stato fotografato sopra la superficie terrestre: l'immagine è stata catturata dalla NASA, l'agenzia spaziale statunitense, e pubblicata sul sito ufficiale. Questa fotografia ha subito scatenato un febbrile dibattito del popolo del web, tra quelli che "vogliono crederci" e gli scettici. Un UFO? In questi casi è necessaria molta calma, anche se quest'oggetto sembra proprio essere a forma di disco, proprio come vengono rappresentati gli UFO da sessanta anni a questa parte. Certo, dalla fantascienza.

L'oggetto, come si vede dalla foto, emette una strana luce colorata (simile a un arcobaleno). "Guardate attentamente la foto della NASA, sopra l'oggetto ma anche sulla superficie terrestre sotto di esso è più luminoso, noterete che c'è anche un'aura luminosa attorno al'UFO. ", ha scritto Scott C Waring dell'UFO Sightings Daily sul suo blog. Probabilmente gli astronauti NASA lo hanno fotografato perché hanno trovato il fenomeno interessante e poi è stato pubblicato accidentalmente sul sito". L'immagine, caricata su YouTube dall'utente Streetcap1 ha scatenato ovviamente il dibattito dei commentatori e alcuni hanno semplicemente valutato questa immagine come falsa, o almeno falsata dalle lenti di fotocamere difettose.

Il 2 maggio scorso un testimone a San Lorenzo, California, ha riferito di aver visto strane luci arancioni nel cielo e di aver sentito poi un forte rumore. Un oggetto non identificato sarebbe rimasto fermo nel cielo per circa 30 secondi, emettendo strane luci rosse, arancioni e gialle.
Fonte: IBTimes UK

7 maggio 2013

Salvatore Giusa a TELESICULISSIMI

Stasera sarò ospite alla trasmissione "TELESICULISSIMI" in onda tutte le sere alle ore 22,00 su VIDEO REGIONE (Canale 16 del D.T.).

Archivio