1 marzo 2013

NUCLEARE NELLO SPAZIO di Salvatore Giusa

Il 9 luglio 1962 avvenne il primo esperimento di esplosione di un ordigno nucleare nella ionosfera, cioè a centinaia di km dal suolo nell'alta atmosfera: nome in codice “Starfish Prime”. L’esperimento, venne effettuato dagli Stati uniti , fu la contro risposta al test nucleare che venne l’anno prima (30 ottobre 1961) dall'Unione Sovietica che aveva fatto esplodere la prima bomba termonucleare a idrogeno da 50 megaton (Bomba Zar), a circa 4 km di quota nella bassa atmosfera, sopra l’isola della Nuova Zemlya. 

Era la più terrificante e potente bomba mai fatta esplodere, con una temperatura di milioni di gradi °C, che originò una colonna ascendente di aria calda fino a circa 70-80 km di quota, nell'alta mesosfera. Con questo esperimento si apri la strada alla “guerra fredda” tra Stati uniti e Unione Sovietica, che portò a sfiorare ad una guerra nucleare mondiale. Parlo di questo argomento inguanto fu il primo a destabilizzare la struttura naturale dell’alta atmosfera e a distruggere, anche se temporaneamente, le fasce di Van Allen. Creando delle conseguenze sul clima allora imprevedibili, e che, a tanti anni di distanza, non sono state ancora del tutto chiarite. La grande esplosione ebbe luogo a 400 km di quota sopra l’atollo di Johnston: un atollo disabitato nel Pacifico settentrionale a circa 1400 km a ovest delle isole Hawaii. La potenza di tale bomba nucleare era spaventosa pari a 1,45 megaton (quasi 120 volte superiore alla potenza della bomba che venne lanciata su Hiroshima).l’esplosione produsse la distruzione della fascia interna di Van Allen, con la conseguente formazione di aurore spettacolari come quelle polari, ma che avvennero a medie e basse latitudini,causando una forte illuminazione in tutto l’oceano Pacifico, dalle Hawaii fino alla Nuova Zelanda. Le conseguenze, erano all'epoca del tutto imprevedibili, anche perché ancora non si conosceva molto sulle fasce di Van Allen. Precisando che la fasce di Van Allen non vennero scoperti quattro anni prima. 


Oggi sappiamo che, senza le fasce di Van Allen, il nostro pianeta sarebbe bombardato continuamente da una pioggia di radiazioni ionizzanti provenienti, per lo più, dal sole (vento solare) costituita da elettroni, protoni, e altre particelle nucleari cariche, che avrebbero impedito lo sviluppo della vita sulla terra. L'esperimento portò ad altre conseguenze: l’onda elettromagnetica generata dall'esplosione nucleare nella ionosfera, produsse sull'area del Pacifico, ma in particolare sulle isole Hawaii e la Polinesia, una tempesta magnetica che danneggiò tutti i sistemi elettrici ed elettronici, sia civili, sia militari. Inoltre, polveri radioattive ad alta quota (aerosol radioattivi), assieme all'onda elettromagnetica, mandarono fuori uso un terzo dei satelliti che erano allora in orbita attorno alla terra. Infine, gli aerosol radioattivi nella stratosfera e nella mesosfera hanno viaggiato per anni trasportate dalle correnti ad alta quota prima di ricadere al suolo. Il fallout radioattivo che investì tutto il pianeta per i 10-15 anni successivi, a causa di questo e altri esperimenti nucleari, innalzò per decenni, in molte aree del mondo, i livelli di radioattività al suolo fino a valori doppi rispetto ai livelli di radioattività naturale, come riportarono le valutazioni dell’epoca. 




E 'difficile immaginare di fare qualcosa di così ingenuo e sciocco da far esplodere una bomba atomica solo per vedere cosa sarebbe successo, ma d'altro canto abbiamo imparato molto sulla magnetosfera della Terra da questo test ... si può all'infinito discutere le implicazioni morali di una tale prova, ma la conoscenza scientifica che abbiamo acquisito da esso è innegabile. Ed vero che questa conoscenza può aiutarci a comprendere molte cose, prevedere, e anche attenuare un evento altrimenti disastroso come un bagliore straordinariamente solare di grandi dimensioni che verrebbe della nostra stella. Causando tante difficoltà sul nostro pianeta azzurro. 

Salvatore Giusa.

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